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IL SENTIERO DELLE CARBONAIE
IL SENTIERO DELLE CARBONAIE
Da Monti al Col Cialmetta (m 1303) (itinerario “1” sulla cartina)
-Località di partenza: Fraz. Monti (m 1200)
-Località di arrivo: Col Cialmetta (m. 1303)
-Dislivello: m 120 circa
-Tempo di percorrenza: 1 ora
-Difficoltà: E
-Segnavia: n° 204A
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Gita breve e facile che attraversa alcuni degli angoli più belli e panoramici della zona di Monti; richiede poca fatica e il percorso è vario e piacevole. Il periodo migliore per effettuarla va da maggio a ottobre. Il sentiero è stato recentemente dedicato ad Anna Bordoni, animatrice culturale della Commissione Tutela Ambiente Montano della sezione UGET Torino del CAI, Commissione che cura la manutenzione del sentiero stesso. Lasciando sulla destra la cappella della frazione Monti si prosegue per la strada fino al primo tornante destrorso: qui si nota sulla sin. un pilone votivo e una sterrata, chiusa al traffico ordinario, da cui inizia il percorso per il colle (indicazioni, seqnavia n°204A). Si segue la sterrata, chiusa al traffico ordinario, che a leggeri saliscendi attraversa boschi di faggio terminando ad un piazzale presso una pietraia. Si prosegue su buon sentiero arrivando alle case di Viot de Tsout (fontana). Da qui appare evidente sul versante opposto il caratteristico habitat sparso della frazione Monti, costituito da piccoli gruppi di case o da singole abitazioni dislocate tra prati e pascoli; il frazionamento della proprietà relativamente limitato e la ricchezza di boschi e pascoli della zona ha qui consentito di resistere allo spopolamento meglio che altrove, benché la strada di collegamento con Mezzenile risalga appena agli anni ’60 e in precedenza esistessero solo la mulattiera o la teleferica. Il termine “mount” indica qui e nella parte centrale della valle (Mount di Pessinetto, della Vana, di Voragno ecc.) gruppi di casolari abitati stagionalmente, che in alcuni casi, come per Monti di Mezzenile, sono diventati abitati permanenti. Superata una piccola dorsale, si passa alle case superiori della Masounetta, ormai destinate ad essere sommerse dalla vegetazione, mentre le case inferiori, poco più in basso, sono state in buona parte recuperate e riutilizzate.
Si entra quindi nuovamente nel bosco: superato un rio occorre ad un bivio subito dopo prendere a ds. seguendo attentamente i segnavia.
A lievi saliscendi si attraversa così tutta la foresta della Cialmetta, a faggi e larici, incontrando qua e là i caratteristici spazi pianeggianti circolari; detti “eiral”, dove arsero intensamente (fino agli anni ’50 del secolo scorso all’incirca) le carbonaie, ancora riconoscibili dalla colorazione nera rimasta al terreno. Con un ultimo tratto in leggera salita si giunge infine al Col Cialmetta (m 1303, ore 1) La bella località è circondata da faggi, pini e larici e a giugno la fioritura dei rododendri la fa assomigliare ad uno splendido giardino. La cappella che sorge sul colle, dedicata a San Michele, fu eretta nel 1818 e ridotta in rovina dagli anni ’50 del novecento; in seguito a una proposta della Società Storica delle Valli di Lanzo, il suo restauro è stato egregiamente completato nel 2002 dai Gruppi Alpini di Mezzenile, Viù, Pugnetto, Pessinetto e Traves: ogni anno, solitamente il sabato più vicino alla festa di San Michele (29 settembre), vi si celebra una bella festa, animata dai suddetti Gruppi Alpini, che raduna partecipanti da tutti i paesi circostanti. Il porticato della cappella può offrire ricovero in caso di maltempo; questo era una volta il valico più importante e frequentato in tutte le stagioni tra la Val di Viù e quelle di Ala e Val Grande, e tra l’altro passavano di qui quasi tutti coloro che da dette valli si recavano in pellegrinaggio alla Madonna del Rocciamelone: l’apertura delle carrozzabili di fondovalle ne determinò il quasi totale abbandono. Dal colle si può salire l’Uja di Calcante per un sentiero che attraversa il versante Nord dapprima in diagonale e quindi risale ripido per detriti e roccette fino alla cima (metri 1614, ore 1, difficoltà EE, segnavia 204D).
Dal valico è possibile scendere a Viù 785 m per buona mulattiera (segnavia 134, ore 1 circa); inoltre, imboccando sul versante di Viù la più alta delle due mulattiere che si dipartono vicino alla cappella (segnavia 135), si raggiunge con percorso ardito, in quindici minuti circa, una fontana da cui si ha una bella veduta sul bacino di Viù, e da qui la mulattiera scende attraverso i vasti rimboschimenti della zona, raggiungendo Fubina di Viù 720 m. Per il ritorno a Monti si segue il percorso di andata.
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